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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

A proposito di Señor

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Señor (Tales of Yankee Power) – 1978 C'è un vento maligno che ancora soffia sul ponte superiore, C'è una croce di ferro che ancora pende dal suo collo. C'è una banda che marcia e ancora suona in quello spazio vuoto, dove una volta lei mi tenne tra le sue braccia e mi disse: "Non dimenticarti di me". Questa canzone è come un grande misterioso enigma. Più ci entri e più diventa strana, complicata, dotata di ragioni ulteriori. È un tipo di canzone che non senti arrivare finché non ti casca addosso. Non è facile farsene un’idea precisa perché non c’è niente che ti porti nella direzione corretta. Ci sei tu, c’è Harry, c’è questo zingaro vagabondo vestito solo con una coperta. C'è l'idea di una carovana perpetua, come in un salmo della Sacra Bibbia riletto in chiave postmoderna come una sorta di Apocalisse Cinefila. Difatti l'epoca è esattamente quella in cui il Nuovo cinema americano scandagliava timori e tremori, disagi esistenziali e traumi reali, com

A proposito di The Groom's Still Waiting at the Altar

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“The Groom's Still Waiting at the Altar” è una canzone potente, piena di immagini drammatiche, al confine tra trauma esistenziale e una ricerca spirituale che Bob Dylan sta portando avanti ormai da tempo. C'è una vera e propria minaccia qui e il testo ci porta direttamente nel vivo della questione. L'Apocalisse è prossima, possiamo scorgerla alzando lo sguardo, ma potrebbe già aver raggiunto la nostra dimora, il nostro stesso letto. Siamo nei territori inesplorati dove vige un regime di oscurità e la redenzione è sempre più lontana da noi e dalla nostra civiltà ormai diretta verso il baratro. Nell'oscurità, cercando a tentoni la fonte della luce: - “Ho pregato nel ghetto con la faccia nel cemento. Ho sentito l'ultimo gemito di un pugile, visto il massacro degli innocenti, Cercava l'interruttore della luce, cercava il suo viso, Sono stato trattato come un animale da fattoria in una caccia all'oca selvatica". È un'immagine sorprendente di un'ultim

A proposito di Duquesne Whistle (2012)

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  Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione. Aggiungiamo pure che il genio è la capacità di descrivere e di metterti in contatto con una realtà parallela che probabilmente non esiste. Questo brano ad esempio riesce a trasportarci letteralmente in una dimensione dove il tempo e lo spazio si dilatano all'infinito e ci ritroviamo a bordo di un vecchio treno, probabilmente diretti verso il Nowhere. "Tu dici di me che sono un baro, un magnaccia di infimo livello, beh, mi spiace deluderti, ma non sono né l'una né l'altra cosa." Sull'ossessione del giovane e anziano Dylan per i treni , le locomotive e le stazioni ferroviarie si potrebbe disquisire per ore. Anche la "Duquesne" del titolo è proprio una locomotiva. Siamo probabilmente diretti a Pittsburgh via New York, o viceversa, ma anche stavolta non è chiaro capire come e dove ci troviamo " realmente"  perché l'autore mischia le carte c