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Masked and Anonymous (2003)

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  Masked and Anonymous, Chronicles & Theme Time Radio Hour.  Non sembra, ma sono trascorsi quasi vent’anni da quando Bob Dylan inaugurava uno dei suoi periodi creativi più produttivi, a livello multimediale. Prima era stato pubblicato il suo 31esimo album in studio, quel “Love and Theft” che per la seconda volta consecutiva gli era valso un Grammy, questa volta nella categoria di miglior album folk contemporaneo. Il tutto era avvenuto a stretto raggio dalla conquista della statuetta per la miglior canzone originale, grazie a Things Have Changed, composta per il film Wonder Boys. A questo punto Dylan decide di capitalizzare il buon momento, realizzando un nuovo progetto per il cinema. Scrive in collaborazione con il regista Larry Charles lo script di Masked and Anonymous. Il film vede la sua firma anche nella colonna sonora, dove il cantautore effettua una bizzarra e in parte riuscita scelta, puntando su brani propri, ma eseguiti da altri interpreti. Alcuni sono più che n...

Is it Rolling, Bob? Nashville, Mr. Johnston e le produzioni dylaniane

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- Bob Johnston, Nashville e le produzioni dylaniane (1965 / 1970) -  Quanti di noi saprebbero davvero indicare il ruolo di un produttore musicale? Oggi conosciamo i nomi di artisti come Daniel Lanois, Brian Eno, Tony Visconti, Rick Rubin e T Bone Burnett, produttori che in molti casi sono a loro volta musicisti prestati e passati dietro la console, che mettono le loro conoscenze a servizio delle case discografiche e di star del firmamento della musica. Eppure c’è stato un tempo in cui il produttore musicale aveva un ruolo diverso, di stampo più gestionale e manageriale. Prendiamo il caso di Bob Johnston, che durante gli anni Sessanta legò il proprio nome a un’importante e prestigiosa etichetta come Columbia Records. Il produttore texano, nato a Hillsboro nel 1932 prima di diventare uno degli uomini di punta di John Hammond, si era fatto strada nel mondo della musica scrivendo canzoni e collaborando con Elvis Presley e Joy Byers. Tuttavia il suo nome è legato in maniera indissolub...

Le canzoni di Bob Dylan a servizio del cinema

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  Le canzoni di Bob Dylan a servizio per il cinema.    Diciamolo subito: la musica e le canzoni in particolare non sempre necessitano di commenti critici. Nel senso che anche quando chi ne scrive lo fa mosso da autentica passione, il risultato finale può essere considerato accessorio, rivedibile, in molti casi superfluo. Se c’è un esempio che rende al meglio questo concetto, la produzione musicale di Bob Dylan lo incarna alla perfezione. Non mi riferisco unicamente alla critica musicale italiana, che come molti sanno è poca cosa. Questo principio vale per tutti gli studiosi, letterati, teorici e musicologi che hanno provato ad analizzare il fenomeno Dylan . Molto spesso chi ne parla non ha mai imbracciato uno strumento. Purtroppo ci sono casi in cui chi ha scritto pezzi critici su Dylan non era a conoscenza delle fonti originarie da cui l’autore aveva tratto ispirazione. Inoltre c’è un altro aspetto che complica il tutto: bisogna giudicare le sue opere da un punto di ...

La svolta elettrica di Dylan - The Cutting Edge

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The Cutting Edge: La svolta elettrica di Bob Dylan (1965-1966).  Senza nulla togliere a quello che è venuto dopo, ma è innegabile il fatto che per Bob Dylan il decennio d’oro sia quello rappresentato dal periodo 1962-1971. Basta prendere tra le mani il cd o il vinile di "More Bob Dylan Greatest Hits" per rendersi conto di questo fatto. Entrando più nello specifico il decennio è stato caratterizzato da un flusso creativo senza alcun precedente, di cui “The Cutting Edge” rappresenta l’apogeo. The Bootleg Series Vol. 12: The Cutting Edge 1965-1966 è il  dodicesimo volume (in realtà decimo) dedicato al materiale d’archivio, di studio e dal vivo del catalogo dylaniano, pubblicato nel novembre 2015. Si tratta di una raccolta formidabile che per la prima volta unisce i tre capolavori della cosiddetta svolta elettrica, comprendente gli album Bringing It All Back Home, Highway 61 Revisited e Blonde on Blonde.    La critica dylaniana oggi può essere suddivisa in tre ma...

I'm Not There (2007)

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Commento critico di I’m Not There (2007) di Todd Haynes "L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi." (Marilyn Monroe) Qual è lo scopo dell’arte? Perché il cinema a partire dagli anni 2000 ha iniziato un percorso barocco e sovraccarico di rappresentazione filmica? Perché così tante biografie, verosimili, irreali, inventate? Il miglior commento possibile al cinema di Todd Haynes e in particolare ai film Velvet Goldmine e I’m Not There sembra essere quello di Walk Hard: The Dewey Cox Story , opera scritta da Jake Kasdan e Judd Apatow che vede come protagonista l’attore John C. Reilly interpretare il personaggio di Dewey Cox , leggendaria rockstar dalla vita turbolenta. Che bisogno c’era nel 2007 di una parodia su Walk the Line e Ray , biopic di successo dedicate rispettivamente a Johnny Cash e Ray Charles ? Rispondere nessun bisogno è vietato ai fini del proseguimento della tesi analitica e cr...

Il legame tra la canzone d'autore e la letteratura: da Bob Dylan a Walt Whitman

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Canzone e letteratura: da Bob Dylan a Leonard Cohen, da Whitman a Yeats Nel corso della storia, la canzone d'autore ha svolto un ruolo cruciale nella narrazione delle esperienze umane, attingendo a una tradizione letteraria che affonda le radici nella poesia epica e lirica, nei racconti filosofici e nelle riflessioni più intime sulla condizione umana. Un esempio emblematico di questo fenomeno è rappresentato dal disco Blood on the Tracks di Bob Dylan (1975), un'opera che può essere vista come un punto di incontro tra la poesia lirica e la canzone popolare, tra il passato letterario e la musica contemporanea. La sua capacità di fondere i temi universali dell’amore, del dolore, della perdita e della redenzione con un linguaggio poetico ricco di riferimenti culturali ne fa una delle vette più alte della canzone d’autore, un genere che, come la letteratura, riesce a esplorare le profondità dell'animo umano. In questo saggio, cercherò di tracciare un parallelo tra la canzone...

I cinquant'anni di Blood on the Tracks

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Una profonda rivisitazione delle relazioni amorose dylaniane.  Bob Dylan, una delle figure più iconiche della musica del XX secolo, ha sempre avuto la capacità di evolversi, reinventarsi e sorprendere il suo pubblico con opere che rimangono scolpite nella storia. Blood on the Tracks, pubblicato nel 1975, è senza dubbio uno dei suoi album più significativi e apprezzati, tanto dalla critica quanto dai fan. Considerato da molti come il suo "grande ritorno" alla scrittura di canzoni profonde, piene di riferimenti culturali e lirici degni dei suoi capolavori degli anni Sessanta, questo album segna una riflessione profonda e intimista sulla condizione umana, sull’amore e sulla disillusione. Alchimia musicale e letteraria In Blood on the Tracks, Dylan attinge dalla tradizione narrativa russa, in particolare dai racconti di Anton Čechov, per tessere una trama musicale che esplora la fragilità delle relazioni umane. I temi dell'amore, della separazione, della tensione emotiva e de...