The Bootleg Series, live e raccolte per un Dylan antologico

 


The Bootleg Series, live e altre raccolte per un Bob Dylan versione antologica. 

 

Tra il 1985 e il 1994 Bob Dylan pubblica diverse raccolte. Si tratta di importanti antologie come Biograph, The Bootleg Series Vol. 1-3 (Rare & Unreleased) e Greatest Hits Volume 3. A queste bisogna poi aggiungere l’MTV Unplugged composto per 9/12 da composizioni risalenti agli anni Sessanta. Le pubblicazioni di materiale nuovo e inedito riguardano principalmente cover e brani tradizionali, con i due dischi speculari Good as I Been to You e World Gone Wrong del 1992 e del 1993. Tuttavia la più importante è proprio la prima uscita di The Bootleg Series, operazione sensazionale, di grande importanza storica e che raggiunge l’eccellenza sul piano strettamente musicale, aspetto piuttosto raro quando ci si riferisce al materiale antologico inedito. Cinquantotto brani per un totale di 230 minuti che vanno a documentare vent’otto anni di attività discografica. La cosa non si esaurisce qui perché se è vero che gli anni Novanta verranno ricordati come un momento idoneo per queste raccolte retrospettive, le pubblicazioni contenenti materiale d’archivio, continueranno ancora lungo gli anni a venire. Si tratta di una discografia parallela, con un elevato standard qualitativo, che in alcuni casi ha superato e oscurato quello ufficiale. C’è l’impressione che superati i 50 anni Dylan venisse considerato, più che un cantante legato allo spirito del suo tempo, una leggenda vivente. In effetti all’inizio degli anni Novanta le sue attività di alto profilo avevano più a che fare con i tributi, le raccolte e gli omaggi che con la creazione di cose nuove. Lo testimonia il Grammy alla carriera ricevuto nel febbraio 1991, dove esegue una versione nervosa, ma vitale di Masters of War.   

Successivamente Sony Columbia organizza in occasione dei 30 anni di attività discografica, il live evento al Madison Square Garden. La serata è testimoniata da un video e da un doppio disco intitolato The 30th Anniversary Concert Celebration, pubblicato nel 1993. Bob Dylan esegue: Girl from the North Country, Song to Woody, It's All right, Ma (I'm Only Bleeding). Oltre a questi pezzi suonati in solitaria, esegue assieme a Roger McGuinn, Tom Petty, Neil Young, Eric Clapton e George Harrison il brano My Back Pages e partecipa a una versione collettiva di Knockin' on Heaven's Door. Non è irrispettoso affermare che l’inizio di questa decade mostrava un artista attivo, ma decisamente sottotono. Questa però è solo la punta dell’iceberg.

Il suo processo di scrittura aveva subito un’inversione di tendenza, rispetto alla torrenziale produzione della prima parte degli anni Ottanta. Eppure, dopo i tanti dischi non del tutto riusciti, il cantautore aveva messo d’accordo pubblico e critica realizzando un lavoro coerente e ben a fuoco come Oh, Mercy. L’album aveva beneficiato di un gruppo di collaboratori di livello eccezionale, coordinati e diretti dal produttore Daniel Lanois. Dylan stesso nella sua autobiografia Chronicles Vol. 1 menziona questo come un momento cruciale per la sua carriera. Gli esperimenti e i tentativi furono molteplici, ma la cosa che stava più a cuore al cantautore era tornare a esibirsi e farlo in modo completamente differente. Il 1988 oltre a portare in dote un disco come Down in the Groove, aveva segnato una svolta importante, dato che aveva dato inizio a quello che sarebbe poi stato il Never Ending Tour (NET).

La raccolta più importante del periodo rimane The Bootleg Series Vol. 1-3 (Rare & Unreleased) che venne pubblicata nel marzo del 1991. Si tratta di tre volumi che coprono un periodo vasto che va dal 1961 al 1989. Tra i brani trovano posto autentiche perle come le recenti Foot of Pride e Blind Willie McTell, scartate dalla versione finale di Infidels (1983) nonché Series of Dreams, messa fuori da Oh, Mercy del 1989. Il primo volume si concentra su brani principalmente registrati in studio tra il 1961 e la primavera del 1963, con una manciata di pezzi live. Il secondo volume copre invece gli anni sessanta, portandosi fino alle sessions newyorkesi di Blood on the Tracks, dell’autunno 1974. Qui troviamo alcuni brani di notevole valore come She’s Your Lover Now, I Shall Be Released, Tangled Up in Blue e Idiot Wind. Si tratta di versioni alternative e outtake di dischi come Highway 61 Revisited, Blonde on Blonde e Planet Waves. Il livello è quindi notevole, sia per le registrazioni inedite, sia per quei brani che sono stati pubblicati con arrangiamenti, testi e musicisti differenti. Si arriva quindi al terzo volume, che contiene le incisioni più interessanti, dal punto di vista della qualità, ma non solo. Sedici tracce che vanno dal 1974 al 1989, un periodo più lungo dove Dylan aveva pubblicato dodici dischi, alternando capolavori, successi commerciali e qualche flop. In particolare emergono brani inediti e versioni alternative da album come Shot of Love, il già citato Infidels, Empire Burlesque e il conclusivo Oh, Mercy. Non è finita qui però, visto che già dopo tre anni spunteranno nuovi brani inediti come Dignity, che verrà pubblicato per la prima volta nel Greatest Hits Volume 3, edito nel 1994. Come sappiamo bene, questi primi tre volumi di Bootleg Series diventeranno un appuntamento fisso, visto che lo scorso anno (2021) è stato pubblicato il sedicesimo volume dedicato al periodo 1980-1985, riproponendo in maniera più estesa e completa quello che si era visto sul terzo atto di The Bootleg Series Vol. 1-3.

(Continua)    

Dario Greco

Commenti

  1. GRANDE DARIO-COMPLIMENTI- marco manici

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  2. Grazie. Comincia la navigazione nell'Oceano delle bootleg. Con la tua bussola, sarà una navigazione divertente, piena di scoperte e sorprese. Carla Cinderella

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